THE WOOD BROTHERS
Kingdom In My Mind
(Thirty Tigers Records)
7.5/10 28.04.2020 | Alberto Albertini
Da quando i fratelli Chris e Oliver Wood hanno deciso di unire le loro idee musicali per formare The Wood Brothers, il risultato è stato quello di ottenere da subito un sound molto attuale miscelando in un ottimo cocktail sonorità blues, gospel, country, americana e folk. Sulle loro qualità tecniche non si discute: Chris ha un'abilità magistrale nel suonare il basso e si è fatto conoscere negli anni '90 militando nello sperimentale trio jazz dei Medeski, Martin & Wood, mentre Oliver si fa le ossa come chitarrista nella band del bluesman Tinsley Ellis, per poi formare e diventare il leader, chitarrista e cantante dei King Johnson.
Il gruppo trova la sua completezza con il terzo elemento della band, il batterista e polistrumentista Jano Rix, capace di trascinare l'ascoltatore all'interno di un innovativo e contraddistinto groove ritmico. Grazie a questi rispettivi e diversi background musicali viene esaltata la vera natura del trio, riuscendo a condensare anche in un brano di pochi minuti una vigorosa e mai banale struttura melodica, attingendo da tutti i variegati sottogeneri della musica roots americana.
Il loro recente disco Kingdom In My Mind, nonostante abbia
come base la matrice sonora che li caratterizza, presenta una notevole
differenza con gli album precedenti: infatti, le canzoni per la prima
volta nascono in un modo fluido, diverso dalla solita concezione di
comporre del trio. Partendo da alcune jam sessions in studio, i
musicisti sperimentano senza limitazioni, per poi trasportare la musica
ad una forma di canzone più consona e serrata. Ma non per questo il
risultato è negativo, anzi ne scaturiscono brani molto convincenti,
intensi e ricchi di pathos.
Con questo approccio compositivo si respira un'aria molto più introspettiva rispetto alle trascorse fatiche discografiche dei Wood Brothers,
con testi legati all'emotività dell'animo umano e alle scelte difficili
che dobbiamo affrontare durante il percorso della nostra vita. Il
movimento oscillante dettato dalla batteria di Jano Rix rappresenta la
struttura portante del primo brano Alabaster, un suono quasi
ipnotico creato dalla sezione ritmica che ci induce a uno stato di
smarrimento, perfetto per immedesimarsi nel testo, dove una donna
insicura decide di non voltarsi più indietro, di non commettere gli
stessi errori per intraprendere un nuovo percorso che la spaventa ma che
allo stesso tempo la fa sentire davvero libera per la prima volta.
Little Bit Sweet, invece, racconta il continuo contrasto di
momenti dolci e amari che ci accompagnano per tutta la vita, una canzone
allegra suonata con spensieratezza, ma che in tre minuti dona una
grande sensazione di benessere.
L'album ci regala anche momenti più serrati e ricchi di groove come la
potente e dinamica Don't Think About My Death, un notevole lavoro
di ritmica dettato dal basso di Chris si mischia con la squillante
chitarra del fratello Oliver; in questo caso il tema è l'amore, l'unica
vera religione universale del mondo, in grado di farci dimenticare anche
la morte.
La composizione più ricca musicalmente è senza dubbio Little Blue,
in cui troviamo la perfetta combinazione musicale del gruppo che ci
pervade con eleganti sonorità rock-soul, dettate dal virtuosismo del
trio e in particolare da un eccellente lavoro di Rix dietro le pelli.
Anche la sensibile voce di Oliver è un altro punto a favore di questa
band: la si percepisce con tutta la sua espressività in Satisfied,
una ballata molto intensa cantata con grande consapevolezza, in
simbiosi anche questa volta con il testo, che ci fa capire quanto ognuno
di noi dovrebbe interrogarsi sulla propria esistenza e scegliere la
strada giusta per cercare di essere sempre soddisfatti, senza rimpianti.
Ancora una volta The Wood Brothers hanno fatto centro, pubblicando un
album genuino, istintivo e disinvolto come nessun altro nella loro
discografia.
Kingdom In My Mind si ascolta tutto d'un fiato, scritto e
composto da tre musicisti eccezionali che purtroppo in Europa non godono
della stessa fama che hanno oltreoceano, costringendoli ancora in un
panorama musicale marginale, ma comunque in grado di donare grandi
emozioni all'ascoltatore più attento.
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