JESSE DAYTON
Beaumonster
(Hardcharger Records)
7.5/10 21.12.2021 | Alberto Albertini




Raggiunti i cinquantacinque anni di età, Jesse Dayton decide che è il momento di guardare al passato per scrivere un libro di memorie, un sentito omaggio per tutti quei musicisti che lo hanno influenzato, formato e con i quali successivamente è riuscito a collaborare. Leggendo Beaumonster riusciamo a capire dove nasce tutta l'energia che scaturisce dalla sua musica. Bizzarri e curiosi racconti si intrecciano ad estrose ed eccentriche esperienze, aneddoti importanti in grado di costruire e ampliare il suo rapporto con la musica. Partendo da un giovane Jesse che si intrufolava nei locali notturni per cercare di esibirsi, per poi attorno ai diciott'anni riuscire a farsi conoscere con il suo trio suonando nei club di Houston, Dallas e Austin. Passando dal suo primo disco da solista del 1995 Raisin' Cain con ospiti del calibro di Doug Sahm, Falco Jiménez e Johnny Gimble alle tourneè insieme ai Social Distortion e i Supersuckers. Fino alla sua vita da session man di lusso nei dischi di Johnny Cash, Willie Nelson, Ray Price e Waylon Jennings.
Ma Jesse Dayton non si limita “soltanto” alla scrittura delle sue memorie: per rendere più avvincenti e completi i suoi percorsi musicali incide un disco (dal medesimo titolo) di dieci cover, scritte da tutti quegli artisti che hanno lasciato una forte impronta nella sua vita.

Photo credit: la copertina dell'album Beaumonster

Photo credit: la copertina dell'album Beaumonster
La canzone d'apertura Burning House Of Love (brano degli X) rappresenta sempre un piacevole ricordo per Dayton fin da quando la suonava in tour insieme alla punk band di Los Angeles. In questa versione la rilettura è prepotentemente country: difatti Jesse l'ha sempre immaginata come una canzone perfetta da far cantare al classico duo Johnny Cash e June Carter.
Pretend I Never Happened (composta da Willie Nelson e pubblicata nell'album Phases And Stages del 1974) è una country song molto vivace e ritmata, dove l'interpretazione di Jesse risulta maggiormente velocizzata senza però discostarsi più di tanto dall'originale.
Wild Man From Borneo e Sold American sono due delle canzoni più belle e conosciute del folk singer Kinky Friedman: Dayton le canta con grande intensità e forza espressiva, omaggiando egregiamente il grottesco e satirico ebreo texano. Doug Sahm (come abbiamo scritto precedentemente ha collaborato nel primo album di Jesse) viene ricordato con la canzone At The Crossroads. Un brano stupendo, riletto ancora una volta meravigliosamente per catturare e riprodurre l'intimità di uno dei più geniali e versatili songwriter americani.
Un altro fenomenale cantautore che ha influenzato Dayton è Townes Van Zandt: Jesse ricorda di essersi confidato con lui dicendogli che amava follemente la sua canzone White Freightliner Blues. A quel punto Townes gli chiese se fosse un musicista e dopo che Jesse rispose affermativamente aggiunse che allora avrebbe dovuto provare ad inciderla! Ecco quindi da dove deriva la scelta di proporre questa versione del brano, particolarmente sfumata in un sound rockabilly.
Ritorniamo per un attimo in territorio punk con il brano Born With A Tail dei Supersuckers che viene ripescato da Jesse come ricordo del 1994, quando era in tour con il gruppo, a girare l'America con il proprio van. Anche se meno graffiante rispetto alla versione originale, rimane sempre un ottimo esempio di perfetta composizione cowpunk.
L'outlaw country Waylon Jennings viene reinterpretato con il brano Just To Satisfy You. Dayton confida di aver sempre avuto una profonda ammirazione per questo artista (per lui il musicista texano è una sorta di maître à penser) ricordando quanto sia stata importante nell'evoluzione della country music americana la sua mentalità progressista, riuscendo a evadere da quegli schemi rigidi imposti dall'etichetta di musicista country per rivoluzionare un genere ormai troppo stereotipato.
Un'altra colonna portante del country come Ray Price viene celebrata con il brano I'll Be There. Nelle note del disco Jesse scherza simpaticamente dicendo che se avesse avuto un dollaro per tutte le volte che ha reinterpretato questa canzone nella sua vita adesso sarebbe milionario!
L'album si chiude con una splendida versione di Story Of My Life, il grande classico di Social Distortion pubblicato nell’omonimo disco del 1990. Una cover di grande spessore eseguita con classe per ricordare i felici momenti passati insieme a Mike Ness durante il tour.
Per completezza occorre ricordare che Dayton ha collaborato anche con Ryan Bingham, Glen Campbell, Duff McKagan, Johnny Bush e soprattutto con Rob Zombie, componendo alcune colonne sonore dei suoi film tra i quali The Devil's Reject e Halloween II (in quest'ultimo intervenendo anche con un cameo). Dulcis in fundo, nel 2013 ha diretto anche un film horror intitolato Zombex.
Beh, bisogna proprio ammettere che a Jesse Dayton il materiale per scrivere un libro di memorie non mancava di certo...