Era il 1997 quando il giovane (classe 1977) chitarrista della Louisiana (di Shreveport, per la precisione) Kenny Wayne Shepherd acchiappa con decisione il plauso della critica musicale e le ovazioni degli amanti del blues dotato di corroboranti iniezioni di gagliardo rock con l’album Trouble Is…, il seguito dell’ottimo esordio datato 1995 Ledbetter Heights.

A distanza di venticinque anni da quella pubblicazione (prodotta dal Talking Heads Jeremiah Griffin "Jerry" Harrison), cosa escogita il buon Shepherd? Re-incide dalla prima all’ultima nota l’intero lavoro e lo co-produce con suo padre Ken e Harrison. Il risultato è ancor più entusiasmante della seppur già di per sé elettrizzante versione originale. E ciò, non solo per la validità della proposta di cinque lustri fa, ma anche per la maturità interpretativa raggiunta dal biondo chitarrista.

Giunto all’età di quarantacinque anni passando attraverso opere di intrigante blues (valga per tutte il caleidoscopico 10 Days Out: Blues From The Backroads del 2017), qualche passo falso (lo zoppicante The Place You’re In del 2004) e la prestigiosa adesione al progetto The Rides (con Barry Goldberg e Stephen Stills), Shepherd recluta lo stesso, ottimo cantante di venticinque anni or sono (l’amico Noah Hunt, nativo di Cincinnati e già componente della band Uncle Six), il formidabile tastierista Reese Wynans (al posto di Jimmy Wallace), il batterista Chris "Whipper" Layton (in sostituzione di Sam "Freight Train" Bryant) e il bassista Kevin McCormick (nell’edizione originale di Trouble Is… il basso era governato da Robby Emerson). Anche se, per l’esattezza, nel disco del 1997 sia Wynans che Layton erano già accreditati come "guest musicians".

L’edizione "25" riprende fedelmente quella originale: addirittura le durate dei brani sono pressoché identiche… L’unica traccia aggiunta è la conclusiva Ballad Of A Thin Man, gustosa rielaborazione del classico di Dylan che si va ad affiancare all’altra traccia di proprietà del cantautore di Duluth, vale a dire Everything Is Broken. A parte brani di altrui firma quali l’hendrixiano I Don’t Live Today (faceva bella mostra di sé nel disco del 1967 Are You Experienced?) e la grintosa Nothing To Do With Love di Jerry Lynn Williams (autore texano di brani eseguiti tra gli altri, da Eric Clapton, Bonnie Raitt, Robert Plant), Trouble Is… mette in risalto la verve creativa di Shepherd. Un ispirato tsunami compositivo che si manifesta in canzoni firmate dal titolare del lavoro (insieme ad altri artisti), a partire dall’iniziale Slow Ride, dal travolgente blues (Long) Gone, dall’inarrestabile Chase The Rainbow, dallo strumentale Trouble Is (e qui Shepherd può dare sfogo alle proprie indiscusse abilità chitarristiche) e, soprattutto, in Blue On Black, splendido brano diventato un irrinunciabile appuntamento negli spettacoli live di Shepherd.

A proposito di concerti: la nuova edizione di Trouble Is… affianca al CD un DVD registrato dal vivo al The Strand Theater di Shreveport e un lungo e interessante documentario (entrambi diretti da Taylor Ballantyne) riguardante l’intensa carriera di Kenny Wayne Shepherd. Davanti ai propri concittadini, Shepherd sfodera una forma superlativa e il concerto è a dir poco entusiasmante. Vengono eseguite tutte le dodici canzoni di Trouble Is…, con l’aggiunta del conclusivo, torrido blues Shame, Shame, Shame, scritto da Shepherd insieme al cantante e chitarrista Joe Nadeau e in origine sul disco di debutto Ledbetter Heights.