I critici musicali (non solo statunitensi) più attenti e desiderosi di scoprire nuovi talenti hanno concentrato la propria attenzione sulle gesta della formazione di Brooklyn U-Melt.
Giunto alla terza fatica discografica (le precedenti sono rappresentate da The Unbelievable Meltdown del 2004 e The I's Mind datata 2006), il quartetto si presenta come proprietario di una vulcanica verve compositiva e di un trascinante quanto raffinato piglio interpretativo.
Il disco Perfect World è pubblicato dall'etichetta discografica indipendente Harmonized Records e contiene dieci brani scritti e arrangiati dalla formazione al completo. Un esaustivo compendio di galoppate concertistiche che cronache dettagliate definiscono inesauribili: si parla, per esempio, di sette ore di spettacolo ininterrotto durante il festival Garden Of Eden tenutosi a New York City nel 2009.
Per gli addetti ai lavori della carta stampata risulta assai arduo imbrigliare U-Melt in una categoria musicale di riferimento: le loro composizioni si ispirano al rock progressivo degli anni '70 (pur evitando una certa freddezza che accompagna le band dedite al recupero di quelle sonorità) e alle jam band (fenomeno diffuso in particolare negli Stati Uniti, con brani lunghi anche decine di minuti durante i quali i musicisti possono dare il meglio di sé e scalare ardite vette melodiche).
L'abilità strumentale del bassista Adam Bendy, del batterista George Miller, del tastierista Zac Lasher e del chitarrista Rob Salzer (quest'ultimo sostituito, dopo sei anni di militanza nella band e subito dopo l'incisione di Perfect World, da Kevin Griffin), i cori sapientemente armonizzati, i cambi di tempo repentini, le continue invenzioni melodiche all'interno di uno stesso brano fanno del quartetto una splendida realtà del rock statunitense più creativo.